fano
A sud di Pesaro proseguendo un percorso storico arcaico troviamo la seconda città della pentapoli che in epoca romana comprendeva oltre che la Fanum anche altre tre città marchigiane della costa come Pesaro Senigallia Ancona, e Rimini nell’attuale Romagna.La data di fondazione non è conosciuta, da un antico manoscritto Fanum Fortunae databile nel 49 a. C. Durante l’occupazione di Giulio Cesare, nome che poi ritroviamo nel Tempio della Fortuna eretto dopo la battagla del metauro in cui si sconfisse Cartagine.
Una datazione precisa fa risalire al 295 la sconfitta dei Galli Senoni (fondatori anche della vicina Seni Gallica) a Sentinum ( Sassoferrato), la fondazione probabilmente antecedente questa data. Nel periodo dell’Impero Augusteo con l’erezione delle prime mura della città la città diventa colonia dell’impero romano ( colonia julia Fanensis ). Le mura di cinta donate da Cesare Augusto eterminate nel 9 sec. d. C. Sono un maestoso progetto per l’epoca e attualmente se ne consernvano due terzi delle originali in un percorso che va dalla Porta d’Augusto fino alla Rocca Malatestiana, nell’esatta metà troviamo una porta d’ingresso probabilmente originaria dell’epoca romana come accesso alla città antica per le greggi da cui ne deriva l’attuale nome di Porta della mandria attraversola quale si conserva n pasaggio dell’ antica Via Flaminia che attuale Via Arco Augusto l’antico Decumano Maximun su cui era stata impostata la città romana secondo lo schema tipico di cardo decumano .
Nel 538 fu poi distrutta dai Goti, causa la sua posizione strategica di collegamento tra nord e sud, venne poi ricostruita dall’esercito dell’ Esarcato Bizantino di Bellisario e Narsete. Nel 755 è conquistata dai Longobardi di Pipino venne poi consegnata alla Chiesa, nel periodo dei Comuni crea la sua indipendenza comunale per entrare successivamente sotto la protezione e dominio della Città di Venezia che permette a Fano di commerciare tranquillamente nell’Adriatico. Dopo un breve dominio Estense subentrano i Malatesta di Rimini fino al 1463 quando poi diventa territorialmente dominio dei Duchi di Montefeltro per ritornare così a far parte dello Stato della Chiesa. Nei secoli poi si vede la dominazione Napoleonica e l’entrata nel Regno Italico.
Tra le sue monumentalita’ troviamo l’ Arco di Augusto principale porta di accesso della città, e si presume ne esistessero altre due; un fregio ne ipotizza la datazione al 9 sec. d.C. e architettonicamente non è impostato come un’arco bensì come una porta.
Nel periodo estivo si può visitare la parte antica della città ad oggi nascosta e praticabile in un tour della durata di 2 ore nell’area archeologica che va dal ex Convento di S. Agostino in Via Vitruvio, durante il quale si possono ammirare i resti dell’antico mercato e dell’Anfiteatro Romano.
Addossate all’Arco di Augusto troviamo le logge di S. Michele e l’omonima chiesa oggi sconsacrata e voluta dalla Congregazione iniziata nel 1494.
Le Tombe dei Malatesta nel 1659 furono installate nella ex chiesa di S.Francesco ad oggi un rudere senza copertura, poste una di fronte all’altra sotto il porticato ricostruito in stile gotico nel 1850. Uno stupendo esempio di scultura tardo gotica veneziana è la tomba di Paola Bianca Malatesta prima moglie di Pandolfo III riccamente decorata di statuette, mensole, archetti pensili e colonnette che cingono l’ immagine della defunta. La tomba di Pandolfo posta sul lato opposto voluta dal figlio Sigismondo è invece in stile rinascimentale e probabilmente su disegno di Leon Battista Alberti architetto di corte dei Duchi di Montefeltro all’interno della quale è stata trovata in tempi recenti a seguito di un restauro i resti della mummia di Pandolfo III. Vi è inoltre presente a fianco della tomba di Paola la tomba del dottore di corte Bonetto da Castelfranco voluta sempre dal figlio di Pandolfo III di fattura meno sfarzosa.
La Rocca Malatestiana fu voluta e costruita dalla famiglia che donò alla città anche l’ampliamento delle sue mura antiche nonché il ripristino delle antiche porte e dei bastioni. Maestosa mantiene ad oggi la sua fisionomia rettangolare con torrioni, Mastio e la costruzione della Porta Maggiore ad oggi il complesso è diventato un giardino pubblico frequentato dalla cittadinanza fanese.
Al centro della città è la piazza XX settembre su cui affaccia il Palazzo del Podestà (oggi della Regione) una costruzione trecentesca con la tipica facciata gotica e l’interno neo classico dopo un rifacimento ottocentesco. Al centro della piazza la Fontana della fortuna ristrutturata sul finire del 1600 un’ampia forma di marmi colorati, con una statuetta bronzea della Dea Fortuna. Dalla palazzo del Podestà si passa attraverso la Porta Borgia-Cybo ddi fine 1400 alla Corte Malatestiana oggi questa corte con la sua Loggia di Sansovino fa da cornice agli eventi culturali artistici della città. All’interno del Palazzo Malatestiano troviamo la Pinacoteca e il Museo Civico che custodisce una collezione vasta di reperti della Fano Preistorica oltre che alle collezioni di dipinti e sculture nonché una vasta raccolta di monete e ceramiche rosse.
Tra le sue Chiese la più importante del periodo medievale della città è la Cattedrale dedicata alla Vergine Assunta ricostruita appunto dopo il 1140 a seguito di un incendio. Al suo interno un pulpito formato con pezzi di riuso dell’antica chiesa e rilievi romanici, tra le aktre opere che si possono trovare le tele di Ludovico Carracci una “Vergine con i Santi Orso ed Eusebio”, e la Cappella NOLFI con affreschi del Domenichino di inizio 1600.
Nella Chiesa di S. Maria Nova si conserva una tavola del Perugino a cui collaborò anche Raffaello Sanzio.
La chiesa barocca di S. Pietro in valle prende il suo nome dal terreno su cui è stata edificata sull’antico dislivello fra il mare e l’antica città romana.Al suo interno era riccamente decorata di tele che oggi troviamo alla Pinacoteca Civica tra le quali spiccano nomi eccellenti come Guido Reni, Antonio Viviani, Giovan Giacomo Pandolfi.
Infine l’Eremo di Montegiove inizato nel 1609 e terminato e allargato dalla Confraternita dei Camaldolesi nel 1623, con successivi rifacimenti settecenteschi, si desume derivi il suo nome dalla sua edificazione sopra le rovine dell’antico tempio dedicato alla divinità, ma i recenti scavi hanno riportato alla luce solo reperti di era neolitica.
A caratterizzare la città di Fano inoltre la sua arte carnevalesca tra le più antiche e longeve di tutte le Marche che ogni anno attrae migliaia di visitatori all’uscita dei suoi maestosi carri. Fano una città antica che resta legata e orgogliosa della sua storia e tradizioni legate comunque alla sua vocazione marinaresca. Il Carnevale è una delle manifestazioni popolari, folcloristiche e culturali più antiche ed importanti della Regione Marche. Ha luogo nel mese di Febbraio con la sfilata di carri di notevoli proporzioni e con le rappresentazioni mascherate di vari gruppi organizzati, espressioni di una cultura artigianale di grande tradizione. Ludica e di sapore storico, è la Fano dei Cesari che rievoca a luglio le origini romane della città in un’intera settimana di eventi che spaziano da appuntamenti culturali a iniziative che coinvolgono i negozianti e i ristoratori della città, a feste e giochi a tema, con conclusione nella grande sfilata in costume romano e corsa delle bighe.
Principali Opere architettoniche di Fano:
- Arco di Augusto e mura romane testimonianze della colonia romana, in pieno centro storico.
- Rocca e Corte malatestiana il primo fu fortilizio per la difesa sul mare e, in tempi più recenti, anche carcere statale, ora luogo di incontri e manifestazioni. La Corte sorge sulla piazza principale e fu residenza dei signori di Fano, da decenni ospita la Pinacoteca e il Museo Civico Archeologico.
- Teatro della Fortuna riaperto da pochi anni e restaurato in maniera esemplare è al centro di molte iniziative culturali. Chiesa Cattedrale con la Cappella Nolfi affrescata dal Domenichino e il Museo Diocesano.
- Chiesa di San Pietro in Valle eccezionale struttura barocca tra le più belle delle Marche.
- Chiesa di San Paterniano dedicata al patrono di Fano è anche convento francescano.
- Chiesa di Santa Maria Nuova con interessanti opere pittoriche firmate, tra gli altro, dal Domenichino e da Giovanni Santi, padre di Raffaello.
- Eremo di Monte Giove officiato dai Padri Camaldolesi, a pochi km dal centor storico, è luogo di preghiera e di giornate di studi. Museo di biologia marina affianca l’istituto che studia l’ecosistema dell’Adriatico e dispone di acquario.